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La previdenza complementare in Italia

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L' ultima relazione della della Covip evidenzia come in  Italia la previdenza complementare sembra non aver ancora attecchito.

In Italia la previdenza complementare sembra non aver ancora attecchito, questo è quello che si evince dall’ultima relazione della della Covip – autorità di vigilanza su fondi pensione e casse di previdenza.

La relazione presenta dati interessanti da analizzare:

 “Il numero di iscritti effettivi alla previdenza complementare è stimabile in circa 7,170 milioni. Di fatto, 3 italiani su quattro non sanno cosa sia la pensione integrativa.”

Quello che emerge dalla ricerca è che i giovani non sono probabilmente a conoscenza dei numerosi vantaggi della previdenza complementare: “Secondo l’età si osserva che il tasso di partecipazione calcolato rispetto alle forze di lavoro è il 19% tra gli individui con meno di 35 anni; esso sale al 27 per cento nelle fasce di età compresa fra 35 e 44 anni e al 34 per quelle tra 45 e 64 anni. Da notare che il tasso di partecipazione degli uomini è maggiore di quello delle donne”.

Eppure scegliere la previdenza complementare soprattutto per i lavoratori più giovani diventa sempre più “un obbligo”, dal momento che i contributi richiesti per la pensione potrebbero non essere raggiunti mai, e che comunque molti lavoratori rimangono delusi dal vedere quanto poco prenderanno di pensione quando riusciranno ad andarci intorno ai 70 anni.

E’ interessante valutare anche i dati inerenti le scelte di previdenza complementare:

Guardando alle diverse tipologie di forma pensionistica, circa un quarto degli iscritti ai fondi negoziali e aperti ha optato per comparti garantiti; nei PIP, le gestioni separate tipicamente assistite da garanzia costituiscono il prodotto più diffuso (quasi i tre quarti degli iscritti). Nei fondi aperti, oltre la metà degli aderenti è in linee bilanciate e azionarie; nei fondi negoziali, resta molto esigua la percentuale di iscritti a comparti prevalentemente azionari”.

Questa scelta di “minor rischio” deriva dal fatto che nell’immaginario collettivo italiano pensione e garanzia sono sinonimi.

Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma anche in altri paesi dell’Unione Europea la previdenza complementare riscuote molto più successo ed i giovani molto spesso scelgono comparti azionari in modo che le loro pensioni integrative siano maggiori possibili.

Un Piano Individuale Pensionistico potrà coniugare garanzia e sicurezza, caratteristiche apprezzabili per un investimento previdenziale, con l’opportunità di rendimenti più elevati nel lungo periodo.

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